A soli 74 anni si è spento Peter Lindbergh, uno dei maestri incontrastati della fotografia di moda contemporanea. Ad annunciarlo il suo stesso account Instagram, con un post del 4 settembre: "È con grande tristezza che annunciamo la scomparsa di Peter Lindbergh il 3 settembre 2019, all'età di 74 anni. Lascia la moglie Petra, la sua prima moglie Astrid, i suoi quattro figli Benjamin, Jérémy, Simon, Giuseppe e sette nipoti. Lascia un grande vuoto".
Una perdita immensa per il mondo della moda e dell’arte, perché il fotografo ha lasciato un’impronta indelebile nell’immaginario contemporaneo, che va bene al di là di quel che s’è visto negli anni. È stato infatti anche questo tedesco cresciuto a Duisburg con il pallino della pittura di Van Gogh prima, dell’arte astratta poi e infine della fotografia (apre il suo studio a Berlino nel 1973) a ridefinire l’immagine della donna di oggi. Gli basta una foto per farlo: è il 1988, e l’allora direttrice di Vogue America, Grace Mirabella, gli commissiona un servizio fotografico. L’estetica che ci si aspetta da lui è quella colorata, eccessiva e fastosa che dominava in quegli anni, ma Lindbergh decide di fare a modo suo: bianco e nero, la spiaggia di Malibu, e al posto delle modelle più affermate di allora un gruppo di giovani newcomer. Tra queste ci sono Linda Evangelista, Christy Turlington e Tatjana Patitz. Il fatto è che lui è stufo di tutto quell’artificio, la bellezza delle donne dovrebbe essere altro. Più vera, reale, senza maschere.
Mirabella boccia quelle immagini senza appello, vorrebbe buttarle; poco dopo però viene licenziata, e al suo posto arriva Anna Wintour, che le pubblica invece subito, sul suo primo numero. Ha capito quanto siano proiettate in avanti, e ha ragione.
È così che il bianco e nero di Lindbergh, con il suo stile in apparenza tanto scarno e in contrasto con la bellezza stratosferica delle top model, aiuta a costruirne il mito: davanti al suo obiettivo le donne possono essere loro stesse, e questo le rende ancora più belle. Non è un caso che lui abbia firmato ben tre calendari Pirelli, il simbolo della sensualità femminile: nel 1996 (con Kristen McMenamy nuda in tacchi a spillo e guanti neri nel deserto), nel 2002, in cui per la prima volta sostituisce le modelle con giovani attrici suscitando parecchio scalpore, e infine nel 2017 per l’edizione dei 50 anni, in occasione del quale lo avevamo intervistato. Stavolta assieme a Kate Winslet, Nicole Kidman ed Helen Mirren, c’è Anastasia Ignatova, docente di Teoria Politica alla MGIMO, l’Università Statale di Mosca per le Relazioni Internazionali. Perché, come lui ha sempre sostenuto, la bellezza non può essere definita da un ruolo. Ne sentiremo la mancanza.
Fonte: d.repubblica.it - Autore: SERENA TIBALDI